BENVENUTI NELLA SEZIONE DEDICATA AL GRUPPO GIOVANI!

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VIENI ANCHE TU MARTEDI’ ALLE ORE 21:15 NELLE STANZE ADIACENTI LA PARROCCHIA, PER RIFLETTERE, STARE ASSIEME E MEDITARE LA PAROLA DI DIO! TI ASPETTIAAAMOOOO!!!

IL GRUPPO GIOVANI:)

MEDITAZIONI BIG

Il gruppo giovani della parrocchia ha deciso di riunirsi una volta a settimana per meditare sulla Parola del Vangelo, per pregare assieme e per stare assieme.

Molto spesso don Luca è presente con noi per meditare più approfonditamente sulla Parola di Dio.

Nel nostro primo incontro con lui abbiamo analizzato il Vangelo di Giovanni capitolo 1 versetti 35-42.; in cui per la prima volta nel Vangelo dell’Evangelista suddetto Gesù dice le prime parole e incontra i primi due discepoli.

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» 42e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».

Don Luca ci ha introdotto il passo con la spiegazione del contesto. Il Battista era con due suoi discepoli e indica Gesù, dopo averlo fissato con lo sguardo, uno sguardo ad personam.

L’esclamazione “Ecco l’agnello di Dio” (r.2) fa pensare all’Antico Testamento. Infatti l’agnello è richiamato nell’ultima delle sette piaghe di Egitto, la morte dei primogeniti, per cui il Signore per salvare il Suo popolo, avvertì gli Ebrei di marcare gli stipiti delle loro porte col sangue di questo animale. Per questo il sangue ha valore salvifico.

Un altro richiamo all’agnello è durante la funzione eucaristica quando il sacerdote afferma: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo, beati gli invitati alla cena dell’agnello!”. In questo passo si ricorda il Nuovo Testamento, durante l’episodio dell’Ultima cena. In questa vicenda Gesù spiega che, attraverso il sacrificio e il sangue da lui versato, egli si carica dei nostri peccati e li espia, risparmiandoci dalla morte come gli schiavi di Egitto furono risparmiati con il sangue dell’agnello.

Questo intervento di Giovanni il Battista fu subito sentito dai suoi discepoli, i quali “sentendolo parlare così, seguirono Gesù” (r.r.2-3) I discepoli fanno un atto di Fede necessario per seguire Gesù, ma questo atto di Fede corrisponde ad un altro atto di Fede: che è quello primario di Giovanni. 

Gesù si volta e osserva i discepoli di Giovanni venire verso lui. La domanda che sorge a Gesù è “Che cosa cercate?” (r.3). La domanda può essere rivolta anche a noi e a chiunque si avvicini al Signore. Lui ci domanda, cosa cerchiamo, cosa vogliamo da lui.

La risposta dei discepoli appare un po’ inadeguata per un primo incontro. L’epiteto rivolto a Gesù è Rabbì (r.4), una risonanza post-pasquale, e richiedono dove Gesù dimori. Gesù risponde con un’affermazione che, come la prima domanda, è universale e rivolta anche a noi. “Venite e vedrete” (r.4). Se scegliamo di seguire Gesù allora nel seguirlo lo riconosceremo. La Fede genera Fede. Se non c’è Fede non c’è testimonianza e non si può trovare Gesù facilmente.

La Sacra Scrittura cita l’orario delle quattro del pomeriggio come il momento in cui i discepoli iniziano a seguire Gesù. Perché proprio quell’ora? Perché è stata ricordata? Forse a causa dell’ora dell’immolazione sacrificale dell’agnello al tempio, come può essere, a dire di Luca, il momento importante che fa ricordare anche le ore del giorno.

Andrea era uno dei due discepoli che va dal fratello Simone annunciandogli la nuova notizia: “Abbiamo trovato il Messia” (r.r.8-9) e non uno qualunque, Gesù, come Giovanni, che fissa lo sguardo su Gesù, fissa lo sguardo su Pietro e gli dice: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa” (r.10). Gesù cambia l’identità, dà una missione; come dà ad ognuno di noi, qual è la nostra vocazione? Abbiamo uno scopo?

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Un breve pensiero sul Vangelo di questa domenica!

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Riflessione sull’Avvento

Nella XXXIV domenica del tempo ordinario, si celebra il Cristo Re e si chiude l’anno liturgico per dare inizio al periodo di Avvento (dal latino la parola adventus significa “venuta”). In questo periodo si attende il giorno del Natale, la nascita di Gesù Cristo che verrà per salvarci. È un momento caratterizzato dal raccoglimento e dall’attesa da parte dei fedeli nella preghiera, per accogliere il Messia. Importante è anche la figura di Maria: infatti l’8 dicembre si festeggia l’Immacolata Concezione: la Vergine Maria è stata concepita immacolata, ossia immune dal peccato originale. Tradizione o meno, solitamente l’albero di Natale viene fatto proprio questo giorno da molte famiglie italiane.

Specialmente al giorno d’oggi, come possiamo prepararci all’Avvento? In un anno caratterizzato da distanze, chiusure e restrizioni varie, quanto siamo riusciti e quanto riusciamo a rimanere in contatto con gli altri e soprattutto con Gesù?
Adesso c’è veramente bisogno di aprire i nostri cuori verso gli altri e di amare il prossimo come Gesù ci ha insegnato. In questo momento sento particolarmente il bisogno di vivere a pieno il periodo del Natale e purtroppo molte cose che prima facevano parte della quotidianità, adesso non si possono fare. Sarebbe decisamente brutto vivere un Natale nell’indifferenza e per questo non dobbiamo fermarci di fronte alle prime difficoltà. Per esempio: molto probabilmente non vedremo e non sentiremo parlare dell’esposizione di presepi nelle varie parrocchie della Diocesi o della regione. Non lo posso dire con certezza poichè ormai ci stiamo abituando alla formula “ogni giorno, nuove restrizioni o nuovi cambiamenti” per cui non sappiamo esattamente cosa ci è possibile fare.
Bene, noi cosa facciamo? Aspettiamo e viviamo questo periodo con il dubbio? Direi di no… E come? Beh, per cominciare ognuno nel suo piccolo si può ingegnare a fare qualcosa di proprio, di personale e di creativo da condividere con gli altri, nei limiti delle proprie capacità. Qualcosa di piccolo ma fatto con il cuore; sono gesti di amore verso il prossimo: una foto del proprio albero di Natale o del proprio presepe, un disegno, inventare un gioco, scrivere una preghiera o una riflessione, un selfie da mandare al fidanzato/fidanzata, cantare, sentire i propri amici, andare a trovare i propri familiari e qualora non fosse possibile si può sempre fare una chiamata o, per chi se ne intende, una videochiamata…
E Gesù? Lo abbiamo dimenticato in tutto questo? Non scordiamoci che si sta parlando di Avvento, di venuta del Signore; noi dobbiamo viverla nella preghiera, nell’andare a Messa la domenica o fra settimana, e più che si avvicina il Natale più dobbiamo essere gioiosi.
Ad esempio, per quanto mi riguarda, a me piace tanto la musica e quindi ho voluto creare una canzone suonando ogni parte strumentale per poi mettere insieme i singoli pezzi mediante un programma. La canzone si intitola “Te al centro del mio cuore” ed è stata scritta e cantata da una band internazionale chiamata GenVerde. Quella che ho fatto è essenzialmente una mia versione, senza aver modificato il testo, dato che è bello in sè per sè.
Non a caso la canzone, che potete ascoltare di seguito, parla proprio dell’incontro nel nostro cuore con il Signore, unico riferimento, unico sostegno e unica ragione. La stella polare fissa e sola, un punto fermo, una stella sicura… sono tutti frammenti e piccoli pezzi del testo.
Cerchiamo quindi di vivere questo periodo nell’incontro con Gesù, troviamolo nei nostri cuori, troviamo lì dentro la forza per andare avanti e per vivere al meglio questo Natale; preghiamo il Signore che, con il suo arrivo, ci porti via questo virus mortale, che sta causando troppi danni e distruzione all’umanità.
Rallegriamoci, alleluja!

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