Con questo simpatico articolo possiamo ricordare le Comunioni di quest'anno!
Salve a tutti e ben ritrovati. Niente abbracci grazie… una fetta di torta della nonna col cappuccio ci sta meglio.
Insomma, come mai tutti maskerati? Tornate dar Komik? Bando alle ciance e liberi cienci e chiacchiere avrei intenzione di
komunikarvi gli altarini der Gusci ar Corpus Domini in okkasione delle prime komunioni dei rampolli traversagnini.
IKKe c’entra ir Gusci con tale parrokkia innominabile di Montecanestri? “catini”? Eh, è uguale canestri catini cesti recipienti…
Tutto è nato con doglie e travaglio un dì imprecisato dalla notazione ke per qwanto siamo i non plus ultra peqqwel ke riguarda iPPPatrono, non si può dì la stessa kosa per la metratura della Kiesa e il numero di posti. Kosì dopo una valutazione realistika ke pur kostruendo una Galleria in karton gesso, pur attakkando altalene alle travi del soffitto pur smontando la kattedrale di Pescia e rimontandola sulla pista da ballo della festa paesana non ottenevamo un numero sofficino di posti per il gioco delle sedie da fa con i bimbi alla fine. Kosì abbiamo dovuto kiedere aqqwella parrokkia di Montecesti pekké pare abbia anke tre kampi di Kalcio per la partita skapoli e ammogliati- essenziale per la buona riuscita della festa. kome? Basterebbe un kampo? Ma do fai riskaldà le sqwadre? Ammonito! Anzi espulso! Datelo in pasto ai kokkodrilli!
Kosì dopo un pianto e un lamento, tutti coicciuccio hanno deliberato di kiedere a suddetta pieve collecatinese e a issuo parroco di poté fare du tiri pevvedé se ikkampo era bono e senza buche.I babbi co i’Don Luka e i katekisti l’hanno testato gioando a melina e a suon di rovesciate ke manko Holly e Benji. Kosì è stato stretto l’akkordo colla postilla di un fa sapé a nessuno se non arkuni mesi dopo per la tollerazione e la purifikazione di aver kalpestato suolo montecestinese.
Ma andiamo aiSSoDo. Mettere un recipiente suiffornello acceso. Fabbollì l’aqqwa. Buttaci l’ovo. Spetta tre minuti… ed ecco un cocco un cocco pe’ te! Allora ascosamente molto nascostamente siam partiti dalla frazione guscina coimmantello della donna invisibile dei Fantastici qwattro. Il Koro autoctono traversagnino, arrivato con i propri strumenti ha NOTAto che vi erano già presenti e assai supperiori: uno Steinway appartenuto a Mozart, la chitarra preferita di Paco de Lucia, Paco de Lucia ke è stato pikkiato legato imbavagliato e messo nel konfessionale per pura invidia e una batteria AAA per il telecomando de’kancello (sennò come si facea a entrà pe’gioà a pallone dopo?).
Kosì lasciati i propri, si sono dilettati con gli strumenti altrui perché come tutti sanno c’é più gioia nel prendere ke nel dare…
Intanto petterra s’era alzato il livello dell’aqqwa… le mamme in pianto pellEmozione aveano ridotto la kiesa ke parea ke avesse straripato la Borra… i bambini e Don Luka intanto raggiungevano l’altare coi barkini deipPadule affittati alla Volpoca pell’okkasione.
I’ parroko indigeno ci ha salutati affermando di essere italonapoletano e ke Maradona è meglio di Messi. Al che si è verificata una colluttazione tra lui e un parente che veniva dalla Catalogna risoltasi con un laccio californiano del prete.
Dopo qwesta scena tutt’altro ke patatine e pop korn è partita la messa co Kanti a nove voci o dieci tanto pe’esse ArroGGGanti apposta in qwel kovo di musicatinesi. Intanto i’Don faceva du palleggi colla katekista e Dino per intimidire l’avversari. Rinviata la palla i babbi si sono messi a catenaccio per evitare l’affondo di Luka sulla fascia… ma ritorniamo alla messa: dopo una liturgia tratta dal Canone Pontificio della Pasqwa, i canti Gregoriani in latino in greco in armeno e in giapponese ebraiko, un’omelia che era la sintesi della Summa Teologika il tutto sempre peffà i Gasati in qwel luogo innominabile e provokare la profonda umiliazione dei parrokkiani lokali i nostri bimbi hanno ricevuto il Sacramento in un contest e gio’o di luci ke parea il paradiso. In qwella kompunzione Don Luka si è trasformato in James Brown degno dei migliori Blues Brothers. “Ari ari ari a… ori ori ori o… iri iri iri i” e tutti a ripetè. I’ koro tutti cappello giacca pantaloni e okkiali neri… umiliati kosì i muriardini, i cantanti erano pronti a fare un cambio eqwo colla strumentazione lokale qwando dall’altare è partito un’anatema del Don ke annunciava alla popolazione termale le sane intenzioni del GGG (GenGusci con Gioia pekki un lo sa e non Gratta Gratta Gratta) al che colti con le mani nel sakko hanno deciso di “lasciare ai Corpus quel che è del Corpus e ai GGusci qwel che è dei Gusci…” Komunkue tutto è bene qwuel ke finisce bene: skapoli ammogliati 5 a zero. Tripletta del Don e doppietta di Dino. Prestazione stratosferika degna di Pelé. Alké colluttazione e braciata finale in Comunione fraterna…